Analizzare le emozioni con metodi scientifici.
Sembrerebbe un controsenso, ma è quello che viene fatto dal neuromarketing, visto che a guidare i nostri comportamenti d’acquisto sono molto spesso delle motivazioni irrazionali.
SenseCatch è una realtà effervescente nel panorama italiano: Andrea Ciceri e Giulia Songa, i suoi fondatori, saranno con noi in “How does it work?”, l’evento organizzato da Bloo Srl e patrocinato dall’Università degli Studi G. D’Annunzio e da Confindustria Chieti – Pescara.
Ci hanno raccontato qualcosa in più sul loro lavoro e sulle neuroscienze applicate al marketing.
Andrea, che cos’è il neuromarketing?
Il neuromarketing è una disciplina e una metodologia di ricerca scientifica che applica le neuroscienze e i relativi assunti scientifici al marketing.
Per spiegare i comportamenti e le decisioni umane, fa ricorso a tecnologie innovative in grado di tracciare il comportamento visivo, le espressioni del volto o il coinvolgimento emotivo e implicito che uno specifico stimolo (ad esempio una scena di un filmato pubblicitario) genera nello spettatore. In questo modo è possibile accedere direttamente a informazioni emotive e inconsapevoli che in quanto tali non possono essere colte con domande esplicite attraverso un questionario o un’intervista.
Giulia, perché oggi un’azienda dovrebbe utilizzare il neuromarketing?
I settori in cui la dimensione emotiva, valoriale ed esperienziale sono particolarmente importanti si prestano in particolar modo a trarre vantaggio dall’applicazione di questo metodo. Per citarne alcuni potremmo fare riferimento ai settori del food & beverage, del luxury, del turismo e accoglienza, del no-profit e della comunicazione politica.
In realtà, anche gli altri settori hanno interesse a questa metodologia e possono ugualmente trovare un valore aggiunto nel suo utilizzo. Ad esempio, se parliamo di analisi di un sito internet, che facciamo utilizzando tecnologie in grado di tracciare il percorso visivo e il “cognitive load” (tecnologia eye tracker e bio-tracker), di fatto tutte le aziende a prescindere dal settore possono applicare il nostro metodo per ottimizzare l’usabilità e l’esperienza utente sul loro sito internet, strumento di comunicazione oggi fondamentale. Si consideri che mediamente un utente decide di rimanere o abbandonare un sito internet nei primi 20 secondi di navigazione. Ecco perché è importante ottimizzare la semplicità di navigazione e l’impatto immediato del sito web.
Secondo i vostri studi, quanto la parte rettile del cervello, se stimolata, influisce sui processi decisionali, e quindi d’acquisto?
SenseCatch nasce proprio da questo punto. Durante i nostri percorsi di studio e ricerca, ci siamo soffermati su quella dimensione che il marketing ha sempre ambito a conoscere: l’emozione nei processi di acquisto.
Il nostro metodo – appunto il metodo SenseCatch – parte proprio da qui e si distingue per la sua versatilità, pur mantenendo sempre delle caratteristiche precise. La prima e più innovativa caratteristica è la possibilità di analizzare le attività di comunicazione e marketing delle aziende dal punto di vista del coinvolgimento emotivo e dell’efficacia comunicativa che saranno in grado poi di ottenere sul mercato.
Operativamente, realizziamo dei test nei quali un gruppo di persone in target viene invitato presso i nostri spazi per vivere l’esperienza oggetto di analisi, così come la vivrebbero nella loro vita quotidiana. In questa situazione utilizziamo diverse tecnologie innovative con cui raccogliere e analizzare dati come l’attenzione visiva, il coinvolgimento emotivo, gli atteggiamenti impliciti verso un prodotto, un brand o un testimonial.
Altra caratteristica del nostro metodo è il suo imprinting scientifico, che di fatto non deve intimorire le aziende con cui lavoriamo, ma piuttosto rassicurarle sulla affidabilità dei risultati ottenuti. Gli assunti scientifici, i protocolli internazionali di ricerca e l’innovazione continua in ricerca e sviluppo, sulle quali si basa il nostro metodo, vengono infatti tradotti in metodi pratici e applicazioni semplici da comprendere.
Esistono aziende che oggi utilizzano queste branche della neuroeconomia?
Il neuromarketing sta riscuotendo sempre maggiore interesse da parte delle aziende che ne iniziano a comprendere il reale valore aggiunto.
Le aziende più evolute stanno iniziando non solo a considerare questo metodo come uno strumento realmente in grado di fornire indicazioni strategiche e oggettive, ma anche ad integrarlo all’interno delle strategie creative di comunicazione, in tutte le loro fasi. In questo modo, si arriva a un prodotto finale già ottimizzato durante il suo sviluppo e in grado di contribuire a garantire il successo della comunicazione. Lo stesso approccio può essere adottato per sviluppare qualsiasi tipo di prodotto o servizio in modo da arrivare
alla fase di lancio sul mercato con una soluzione già adattata al target e quindi più efficace.
Il neuromarketing ha delle enormi potenzialità, potremmo dire quasi infinite, ma ciò che può semplificare la vita di chi lavora nel marketing e dei consumatori stessi, è una corretta applicazione di questo approccio, partendo dalle conoscenze scientifiche, dalla ricerca e dall’esperienza per sviluppare metodi rigorosi, ma anche funzionali in termini di flessibilità, rapidità e applicabilità.
Siamo convinti che solo in questo modo sia possibile ottenere informazioni a valore aggiunto e in grado di semplificare la vita delle aziende e dei consumatori. Possiamo pensare ad esempio al vantaggio che tutti i consumatori potrebbero ottenere nel navigare siti internet semplici e strutturati in base alle “modalità” tipiche di ricerca di quel prodotto specifico venduto online. Anche un packaging realizzato comunicando le informazioni più importanti per il consumatore può migliorare l’esperienza di acquisto di un consumatore, facilitandone la scelta.
Il neuromarketing rappresenta quindi la nuova frontiera da attraversare per imprenditori, marketers e professionisti della comunicazione, ma anche per i consumatori, che potranno così vivere in modo più consapevole la quotidianità.
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