“Chi siamo”. È questa la prima voce che troviamo nel menu della maggior parte dei siti web.
Si tratta della pagina che ha il compito di presentare, a chi per la prima volta vi accede, l’identità dell’azienda, professionista o brand che c’è dietro quelle righe di codice.
Le statistiche – gli analytics di Google, in questo caso – ci rivelano che è – in media – una delle più visitate dagli utenti, ma allo stesso tempo quella con il più alto tasso di abbandono (o bounce rate, ossia la percentuale di visitatori che escono da una pagina dopo pochi secondi).
Verrebbe subito da chiedersi il perché di tutto questo. Ma se ci pensi, il motivo è molto semplice.
Quella del “Chi siamo” è la pagina dove si concentra il maggior numero di errori di comunicazione e marketing.
Vediamone subito 5 che è meglio non commettere, se non si vuole far fuggire i propri utenti a gambe levate.
Errore 1: parlare solo di sé
Questo errore deriva dal fatto che siamo abituati a chiamare questa pagina nel modo sbagliato.
Piuttosto che “Chi siamo” o “Chi sono”, dovremmo identificarla con il nome “Cosa posso fare per te” oppure “Perché scegliere me”. In questo modo ci avvicineremmo molto di più alla finalità per cui questa pagina è stata pensata.
Infatti, è un errore comune pensare al “Chi siamo” come ad un luogo in cui parlare esclusivamente di sé, accarezzando il proprio ego e farsi belli nei confronti di chi legge. È proprio per questo motivo se il tasso di abbondono è così elevato.
Chi legge non è interessato alla tua storia personale, piuttosto è alla ricerca di informazioni che riescano a convincerlo che tu, il tuo prodotto o il tuo servizio siete davvero la migliore scelta presente sul mercato.
Ne deriva che nel “Chi siamo” bisognerebbe focalizzarsi sul lettore e spiegare in modo chiaro la propria UVP (Unique Value Proposition), ossia il messaggio univoco e convincente che presenta chi è l’azienda, che cosa la rende unica e in quale modo è utile alle persone.
Errore 2: annoiare chi legge
Se il contenuto di una pagina è importante, lo stile lo è di più.
Perché si può parlare di argomenti interessanti per chi legge, ma allo stesso tempo annoiarlo terribilmente.
Per questo motivo, è consigliabile trovare e utilizzare un tono di voce personale e coinvolgente, in linea con l’immagine di sé che si vuole trasmettere alle persone.
Le frasi fatte o un linguaggio troppo “ingessato” sono da evitare. Al contrario, lo Storytelling è una tecnica efficace in grado di coinvolgere e persuadere il lettore.
Errore 3: restare anonimo
Abbiamo detto che è importante non parlare soltanto di sé per non cadere nell’autoreferenzialità, ma scegliere l’anonimato non è sicuramente una soluzione efficace.
Che tu sia un’azienda, un brand o un professionista, è importante per chi legge riuscire ad avere la sensazione di conoscerti a fondo. Solo in questo modo, sarà più predisposto ad entrare in contatto con te e a ricordarti nel tempo.
In sintesi, il segreto – se di segreto si può parlare – sta nel bilanciare a dovere le luci e le ombre del proprio racconto personale.
Errore 4: essere logorroico
Oggi le persone non leggono più come un tempo: questo è un dato di fatto.
Perciò, per quanto possa essere interessante ciò che scrivi, se il testo della tua pagina “Chi siamo” è troppo lungo, saranno davvero pochi coloro che lo leggeranno fino in fondo.
Una soluzione è quella di combinare insieme più formati, in modo da intercettare diverse categorie di persone con differenti attitudini: un breve video che anticipa un testo d’approfondimento potrebbe essere una buona idea.
Errore 5: non essere credibile
Arriverà sempre il momento in cui chi legge si domanderà: “Si, ma chi mi assicura che quello che dice è vero?”
Per ovviare a questa criticità, in una pagina “Chi siamo” è bene corredare il testo con alcuni elementi in grado di attribuire credibilità a chi scrive:
• le testimonianze di persone;
• le immagini di eventi;
• materiale gratuito di valore.
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