Parlare di e-mail marketing nel 2018 potrebbe sembrare anacronistico e fuori luogo.
Il tasso di apertura medio di una newsletter è del 20.81% e la percentuale di click su link presenti all’intero di un’e-mail commerciale è del 2,43% (Report Mailchimp Marzo 2018). Mentre i social media, gli influencer di settore e le campagne pubblicitarie continuano ad occupare il podio tra i canali di comunicazione digitale più utilizzati.
Da qualche anno, poi, sono molti coloro che affermano con decisione che: “L’email marketing è morto!”.
Ma è davvero così? Non proprio.
È sicuramente vero che l’e-mail marketing ha vissuto momenti migliori, quando era ancora un canale di comunicazione per pochi e le persone leggevano ogni messaggio dall’inizio alla fine. Ma da qui a dire che è uno mezzo desueto passeranno ancora molti anni.
Perché è fin troppo facile dare la colpa ad uno strumento, quando la criticità risiede in realtà in chi comunica: i brand e gli imprenditori scrivono oggi contenuti come vent’anni fa, ma ad un pubblico completamente diverso.
Pensaci un po’. Come sono fatte le e-mail che ricevi e non apri? E quelle che invece inizi a leggere e cestini subito dopo?
È per questo motivo che ho voluto scrivere questo articolo. Per spiegarti che cos’è la Soap Opera Sequence e come questa tecnica può aiutarti a scrivere finalmente una newsletter efficace.
Che cos’è la Soap Opera Sequence
Quando si parla di Soap Opera Sequence in Italia, sono molti gli esperti di marketing che si attribuiscono il merito di averla inventata.
In realtà, la Soap Opera Sequence (SOS) è una tecnica di derivazione americana, come d’altra parte lo sono le più importanti innovazioni sviluppate nel settore della comunicazione.
Come già il nome lascia intuire, la SOS prende spunto dalle dinamiche narrative tipiche di una soap opera televisiva, quelle tecniche di storytelling in grado di incollare uno spettatore di fronte ad uno schermo.
D’altro canto, che cosa meglio di una storia ben congegnata può insegnare a chi si occupa di marketing come catturare l’attenzione delle persone?
La SOS, infatti, fa sue le caratteristiche tipiche della narrativa cinematografica e le inserisce all’interno di una sequenza di comunicazioni commerciali tramite e-mail.
Come creare una Soap Opera Sequence
Non esiste un numero di messaggi prestabilito da dover inviare, ma di solito una Soap Opera Sequence è formata da almeno 5 e-mail sequenziali, ognuna con una precisa finalità. Vediamo quali sono:
• Allestire il palcoscenico. La prima e-mail è senz’altro la più importante. L’utente a cui la inviamo non ci conosce bene. Si è iscritto alla nostra newsletter, ma probabilmente non ha ancora avuto l’occasione di entrare in contatto con noi. Per questo motivo dobbiamo fare subito una buona impressione per non vanificare l’intera sequenza. L’obiettivo della prima e-mail è creare una connessione immediata con il nostro lettore. Come il regista di un’opera teatrale, dobbiamo allestire al meglio il nostro palco. Per farlo, presentiamoci e introduciamo al pubblico l’esistenza di un misterioso segreto che ci riguarda, e che presto potrebbe interessarlo molto da vicino.
• Il dramma. Come in ogni storia che si rispetti, nella seconda e-mail raccontiamo al lettore il nostro dramma. Ossia tutte le vicissitudini che abbiamo dovuto superare per arrivare ad essere dove e come siamo. Possiamo iniziare il nostro racconto da un momento di massima tensione emotiva (se hai visto la serie tv Breaking Bad, sai bene quanto questa tecnica sia in grado di coinvolgere lo spettatore), per poi terminare la storia con una situazione difficile da risolvere. In questo modo, il lettore sarà curioso di scoprire come sarà andata a finire, e quindi aprirà l’e-mail successiva.
• L’epifania. Con la terza e-mail è arrivato anche il momento di rivelare il nostro segreto: il prodotto o servizio che ci ha permesso di superare l’ultima difficoltà, quel metaforico muro che allo spettatore sembrava invalicabile. Il nostro pubblico adesso fa il tifo per noi e non vede l’ora di scoprire in quale modo ce l’abbiamo fatta.
• I benefici nascosti. Arrivati a questo punto, abbiamo finalmente creato una connessione emotiva con il lettore. Oramai ci conosce e a tratti si fida anche di noi. Così nella quarta e-mail possiamo spiegargli nel dettaglio in quale modo il nostro prodotto o servizio può essere d’aiuto anche a lui. Ne elenchiamo i benefici e lo invitiamo a visionarlo sul nostro sito web, qualora ce ne fosse uno.
• La chiamata all’azione. Come ogni tecnica di marketing che si rispetti, anche la SOS termina sempre con una Call to Action. Nell’ultima e-mail di questa sequenza proponiamo al lettore un’offerta irresistibile, evidenziando un vero e proprio senso di urgenza.
FONTE: https://www.lean-labs.com
Vuoi costruire un’identità aziendale unica, comunicare con le giuste parole, individuare i tuoi migliori clienti e trovare nuovi modi per acquisirne di più? Allora scopri subito il nostro Metodo Human Marketing!